ELTRA News – Giugno 2019
# FOCUS ON
AAM 33 M, prestazioni elevate senza cuscinetti
Nel mondo degli encoder, la sfida è quella di sviluppare strumenti tecnologicamente sempre più evoluti e performanti che però risultino anche molto facili da installare e da integrare in diversi contesti operativi. Durante questa primavera, in Eltra ci siamo concentrati sulla messa a punto di un nuovo dispositivo assoluto multigiro che fosse modulare, senza cuscinetti, fornito in kit di montaggio, in modo da renderlo molto versatile e di semplice installazione: è nato così l’encoder AAM 33 M.
Questo encoder garantisce un’elevata risoluzione (50 bit: 18 monogiro + 32 multigiro) e una veloce interfaccia di comunicazione. Tali caratteristiche, unite all’ampio range di temperature di funzionamento (da – 40° a + 115° centigradi) e al sistema brevettato di recupero dell’energia, lo rendono particolarmente adatto agli utilizzi nelle applicazioni di robotica, retroazione motore o macchine CNC. Tre le opzioni disponibili per quanto riguarda l’interfaccia elettrica: SSI, BISS o RS485.
Chi ha paura delle scariche? Noi no!
Nei processi produttivi dell’industria elettronica i problemi legati all’elettrostatica vanno gestiti con grande attenzione. Come noto, infatti, le scariche elettrostatiche possono arrecare seri danni ai prodotti, quindi è importante creare un ambiente in grado di prevenire al meglio tale rischio. Ecco perché abbiamo deciso di rinnovare le nostre linee produttive dotandole di nuovi pavimenti ESD, progettati cioè per dissipare le cariche elettrostatiche presenti sulla loro superficieo con le quali possono venire a contatto, ad esempio attraverso il personale o altri elementi come sedie, sgabelli e simili.
Naturalmente non vengono meno le caratteristiche “standard” di una pavimentazione pensata per una linea produttiva: resistenza all’usura, comfort per chi la calpesta ogni giorno per parecchie ore, facilità nella pulizia sono benefit comunque garantiti. Ma in particolare per un’azienda come Eltra, che produce dispositivi tecnologici sensibili alle variazioni di tensione elettrica, la conducibilità, ovvero la possibilità di gestire le cariche elettriche fino ai nodi equipotenziali di terra, risulta determinante.
Le scariche non rappresentano un rischio: i nostri encoder sono al sicuro in ogni momento del loro processo produttivo.
I robot lavavetri
Presto le immagini dei coraggiosi “acrobati” lavavetri dei grattacieli, pericolosamente sospesi a decine di metri d’altezza mentre puliscono le superfici esterne di un palazzo che svetta nello skyline, potrebbero diventare icone del passato delle grandi metropoli. La startup israeliana Skyline Robotics, infatti, ha messo a punto “Ozmo”: una macchina dotata di bracci robotici iper-sensibili collegati a spazzole che puliscono i vetri esterni degli edifici proprio come i lavavetri umani.
I sensori sono progettati in modo da copiare la mano umana tanto che sono capaci di evitare qualsiasi tipo di ostacolo e smettere di strofinare/lavare immediatamente (ad esempio se qualcuno si affaccia alla finestra). Ogni struttura robotica vanterà una mappa 3D incorporata nel proprio software nella quale sarà inserita la descrizione della superficie esterna dell’edificio con tutte le eventuali sporgenze o ostacoli conosciuti.
Il processo di lavaggio, infine, non richiede sapone o detergenti vari: si procede per “osmosi inversa”, tramite la quale la semplice acqua pura riesce ad assorbire i sali, i minerali, gli olii, la granulosità dall’edificio. Una rivoluzione importante anche per la sicurezza sul lavoro, se si considera che tra il 1983 e il 2008 sono state accertate oltre 70 morti di lavavetri caduti e deceduti durante il proprio servizio.