ELTRA News – Maggio 2019
# FOCUS ON
Encoder per tensioni “atletiche”
Gli encoder ormai devono essere veramente pronti a tutto: in ogni ambito produttivo, in ogni contesto operativo, l’automazione richiede la massima efficienza e affidabilità a questi piccoli ma fondamentali dispositivi. In particolare i campi applicativi possono presentare ampi intervalli di tensione: ecco perché stiamo estendendo ilrange operativo da 4.5 a 30V in molti dei nostri modelli!
In questo modo, i nostri encoder sono ancora più versatili, garantiscono consumi ridotti, sono protetti in maniera integrata da corto circuito e inversione di polarità, possono essere impiegati in un intervallo esteso di temperatura e sono dotati di convertitore DC-DC di tipo SEPIC, che consente di avere anche all’uscita una tensione diversa di quella in ingresso.
Abbiamo pensato anche ad una serie di codici-prodotto che renda semplice individuare subito gli encoder con range di tensione esteso: i numeri identificativi nella sigla ordinativa sono 5/28 o 5/30, a seconda del modello.
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L’algoritmo del licenziamento
Non solo il lavoro è sempre più automatizzato. Anche il controllo del lavoro sempre più frequentemente si avvale di appositi software che monitorano la produttività degli operatori, valutando i loro risultati in rapporto a standard prestabiliti. Lo step successivo sembra essere ormai divenuto realtà: i risultati ottenuti tramite questi software di monitoraggio possono determinare anche il licenziamento di un dipendente.
La prima azienda ad avviare procedure di questo tipo è stata Amazon, uno dei colossi mondiali dell’e-commerce e per propria vocazione “pioniere” nell’automazione dei processi aziendali. In base a quanto rilevato dalla rivista The Verge, sarebbero 300 i dipendenti impegnati nei reparti di smistamento e imballaggio che sono stati già licenziati nello stabilimento di Baltimora per non aver raggiunto il benchmark di produttività: la loro attività è stata monitorata costantemente, rilevando non solo il numero di “pezzi” lavorati ma anche la durata delle pause per il caffè o la toilette, e il software avrebbe generato in maniera automatica l’“etichettatura” del dipendente come “licenziabile”. Progresso sempre più efficiente o preoccupante disumanizzazione del lavoro?